Quali sono gli obiettivi che si pone chi decide di installare un impianto di controllo accessi?
E, per contro, quali sono le resistenze che impediscono di farlo?
Due domande di base
Due domande molto semplici, basiche. A prima vista forse quasi banali. Ma che sottendono ad una scelta, o non-scelta, da parte di tutti coloro che sono entrati in contatto con un dispositivo di controllo dei transiti. O che magari appunto hanno deciso di desistere nell’approfondimento di un settore a causa di alcune specifiche riluttanze.
Obiettivi fondamentali
Attraverso un sistema di controllo degli accessi solitamente si intendono raggiungere alcune finalità. A prescindere dall’entità dell’impianto che deve essere installato, vi sono 4 obiettivi che è possibile riscontrare in maniera trasversale. Proprio a prescindere dalla grandezza dell’area che deve essere monitorata.
- Controllare l’accesso alle risorse
- Identificare chi accede alle risorse
- Autorizzare le operazioni che possono essere effettuate in base a chi ha eseguito l’accesso
- Monitorare le modalità di accesso e le attività svolte
1 – Controllare l’accesso alle risorse
Controllare l’accesso ad una risorsa è indiscutibilmente la prima fondamentale esigenza che viene soddisfatta da un sistema che intenda controllare i transiti.
Abbiamo utilizzato il termine risorsa per identificare in senso generico un luogo, un’area, una stanza, un terreno, un ufficio, un parcheggio, insomma un qualsiasi spazio/bene che qualcuno senta la necessità di cominciare a tenere sotto controllo.
Senza tale input iniziale, non vi è ragione per installare un apparato che filtri chi può accedere o meno a quella determinata risorsa.
2 – Identificare chi accede alle risorse
Strettamente legato al primo obiettivo si presenta il secondo. Ovvero potere riconoscere chi ha avuto accesso alla mia risorsa.
Dato infatti per assodato che ho voluto circoscrivere gli ingressi ad una determinata area, mi occorre necessariamente sapere coloro che poi vi hanno transitato. O magari chi ha tentato di bypassare il controllo, sicuramente non riuscendo ad eluderlo poiché appunto non dotato delle necessarie autorizzazioni.
3 – Autorizzare le operazioni che possono essere effettuate in base a chi ha eseguito l’accesso
L’obiettivo fondamentale di questo tipo di impianto è quello di fare una selezione tra chi può e chi non può accedere alla mia risorsa. È questo tutto sommato il motivo principe per cui ho deciso di installare un impianto di controllo continuo e costante sugli ingressi.
Non solo. Anche tra le persone che sono state autorizzate a “partecipare” alla mia risorsa, posso applicare un altro importante parametro selettivo. Sarebbe a dire selezionare chi può fare cosa e quando.
Ad esempio qualcuno potrà accedere ma solo in determinati giorni. Altri solo in specifici orari. Altri ancora solo in aree limitate. Ecco insomma che un adeguato software di controllo degli accessi mi può, anzi mi deve dare la possibilità di autorizzare o meno tutta una serie di operazioni legate a chi ha effettuato l’accesso.
4 – Monitorare le modalità di accesso e le attività svolte
Obiettivo altrettanto necessario risulterà quello per cui sarà possibile monitorare tutti gli eventi che si sono succeduti a proposito della mia risorsa. Persone che hanno avuto accesso, orari in cui sono avvenuti i transiti, giorni degli ingressi/uscite, durata della permanenza all’interno della risorsa, e così via. Ed anche gli eventuali episodi di blocco dell’ingresso. Magari per cercare di capire se c’è stato un volontario tentativo di effrazione.
Lettore stand-alone
I 4 obiettivi di cui abbiamo parlato si denotano insomma come primari ed insostituibili in un sistema di controllo accessi corredato di un software di gestione.
Vi è certamente pure il caso in cui si necessiti di dotare il varco di un semplice apriporta. In questo contesto chiaramente basterà installare un lettore stand-alone. Il quale però non darà la possibilità di poter fare un’analisi strutturata sugli eventi.
Resistenze
Ai 4 obiettivi appena analizzati fanno da contraltare ad altrettanti concetti che spesso si pongono come limitanti all’adozione di un sistema di controllo accessi.
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Continua a breve.