Quante tessere avete nel portafogli?

di | 18 Ottobre 2017

Quante tessere avete nel portafogli? O nel porta carte di credito/badge?

Le più svariate tipologie

Volete sapere quante ne ho io? 18. E vi elenco pure le tipologie: tessere fedeltà di almeno 5 supermercati, 2 di grandi magazzini, tessera della piscina, tessera dello yoga, bancomat, patente, tessera sanitaria, cartafreccia, carta di credito prepagata, gift card ricevuta in regalo dalla mia amica, codice fiscale, scheda con pin/puk della sim telefonica, badge per ingresso al lavoro, tessera della libreria, ecc.

Non a caso viaggio ormai da anni con borsello 10x19cm, ma sto valutando dimensioni anche superiori…

Ammetto che alcune di queste tessere non sono strettamente necessarie, e potrei tenerle nel cassetto di casa (almeno quella con PIN e PUK del telefono, ma forse anche quelle dei grandi magazzini in cui vado sporadicamente).

Ma come rinunciare a portarsi dietro la patente o la tessera sanitaria? Per non parlare del bancomat o delle tessere fedeltà del supermercato per chi, come me, fa la spesa quasi giornalmente.

Tessere sempre più diffuse

Negli ultimi anni inconfutabilmente tutte queste tessere sono divenute sempre più diffuse ed essenziali nella nostra quotidianità. E le utilizziamo nei settori più disparati, professionali e personali, come dimostra il suddetto elenco.

La carta magnetica e le smart card ormai archiviano al loro interno dati in formato elettronico efficientemente, a basso costo e soprattutto in maniera sicura (almeno rispetto ad altri supporti).Badge

Ma c’è un aspetto, apparentemente secondario, che le rende uno strumento dotato di una ulteriore qualità: quella di avere un aspetto accattivante! E quindi di essere portatrici di un messaggio ulteriore rispetto al tecnologico per cui sono nate e si sono propagate: quello pubblicitario.

 

Messaggio pubblicitario accattivante

Rosse, verdi, gialle, sfumate, con fiori, con frutta, con oggetti, con foto, con geometrie, con simboli, con immagini artistiche… Ho semplicemente guardato quelle in mio possesso, per cui l’elenco immagino potrebbe continuare a lungo prendendo in esame altre fonti di provenienza.

Tessere nel portafogliUn badge riconoscibile si configura insomma anche indicativo di colui che lo ha immesso sul mercato. L’utente identifica a prima vista l’ente che ha stampato quella determinata tessera, proprio dal colore, dal logo o dalle immagini ad esso connesse.

Di conseguenza, chi stampa e mette in circolo un badge altamente individuabile, punta a trasmettere al suo cliente una idea e un messaggio fin dal momento in cui distribuisce quella card.

La tessera diventa il messaggio pubblicitario che ognuno porta con sé nel portafogli, più o meno accattivante, ma indubbiamente presente e distinguibile nel quotidiano.

Una card completamente bianca, seppur ugualmente funzionale a livello tecnico, risulta del tutto anonima e priva di attrattiva. La personalizzazione invece punta a distinguere, a colpire, a trasmettere, a piacere.

 

Identità a colori

L’hotel stampa sul badge il proprio logo, l’istituto bancario magari una foto artistica, il supermercato un frutto o un fiore, la compagnia telefonica un simbolo, l’azienda il nome/cognome/foto/matricola del dipendente. Ciascuno ha ritenuto di poter fare con questo mezzo, in modo facile e immediato e poco costoso, anche una piccola campagna pubblicitaria.

Forse nulla che possa smuovere il mercato in modo importante, eppure una sponsorizzazione distintiva che contribuisce giorno dopo giorno a imprimere nella mente dell’utente quel logo, quel nome, quel messaggio.

Marketing

immagini di proprietà + pixabay

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *