Guida introduttiva al controllo accessi, parte 3: le barriere fisiche.

di | 28 Luglio 2017

Le barriere fisiche

Ogni controllo fisico degli accessi deve prevedere dei mezzi per impedire (o, realisticamente parlando, per rendere più difficoltoso) il transito attraverso i varchi controllati ai soggetti/oggetti non autorizzati, in modo da aumentare la sicurezza dell’area vigilata.

Le barriere fisiche di accesso maggiormente utilizzate, a partire da quelle più comuni, sono:

  • LE PORTE
  • LE BARRIERE VEICOLARI
  • I TORNELLI
  • I VARCHI MOTORIZZATI
  • LE BUSSOLA ANTIRAPINA

 

Le porte

Le porte sono in assoluto il mezzo fisico principalmente usato, nonché quello più antico. Porte, porticine e portoni di ogni genere (con le loro varianti: sportelli, cancelli, ecc.) proteggono da sempre stanze, case, palazzi, città. Ma anche casseforti e camere blindate, o ancora giardini e aree recintate.

Infatti, in mancanza di soluzioni più sofisticate ed efficaci, le porte costituiscono di per sé un piccolo apparato di controllo accessi. Il possesso della chiave rappresenta la credenziale necessaria per l’autorizzazione dell’accesso.

Affidare la sicurezza di un moderno sistema al semplice utilizzo delle chiavi può non risultare la scelta migliore (anzi, quasi mai lo è, se non nel caso di chiavi particolarmente “intelligenti”). Quindi, le porte interessate vanno dotate di appositi meccanismi di blocco elettromeccanico (serrature elettriche) o elettromagnetico, che potremo “comandare” a piacere dal nostro controllo accessi.

Porte e serrature

Porte e serrature

 

Le barriere veicolari

Proseguiamo la nostra panoramica con le barriere fisiche usate invece nel caso del controllo dei veicoli.

Qui regnano incontrastati le sbarre, soprattutto nei parcheggi, e i cancelli automatici, presenti in moltissime abitazioni e aziende.

Sbarre e cancelli ad uso residenziale

Cancelli automatici industriali

Ultimamente si stanno diffondendo, soprattutto in ambito urbano per delimitare alcune zone a traffico limitato, altri tipi di barriere. Sono i cosiddetti dissuasori, che hanno la particolare caratteristica di scomparire nel terreno.

Dissuasori

Dissuasori

 I tornelli

I tornelli sono dei regolatori di flusso, molto usati non solo nel controllo accessi propriamente detto (basti pensare a quelli comunemente installati nei supermercati).

Nella loro versione classica, quella più conosciuta con i bracci a tripode, questi varchi garantiscono un livello di sicurezza medio basso, in quanto scavalcabili con relativa facilità. Spesso perciò sono usati in luoghi presidiati, o dove non è alto il rischio di intrusione, come nell’ingresso dipendenti delle aziende, o nelle stazioni della metropolitana.

Tornelli a tripode

C’è da dire che, diversamente dalle porte, i tornelli sono una prima soluzione al problema dell’unicità di passaggio, nel senso che sono costruiti in modo da rendere difficile il transito a più persone contemporaneamente. Questo è un aspetto fondamentale nelle installazione di elevata sicurezza, oppure dove si vogliano effettuare conteggi delle persone in ingresso e uscita.

Esiste anche una tipologia detta “a tutta altezza”, tipicamente installata negli stadi, o in altre grandi strutture pubbliche e private. Il tornello gira attorno a un asse verticale per tutta l’altezza del varco, come in una porta rotante, il che aumenta di molto la sicurezza, a scapito però dell’ingombro e dei costi.

Tornelli a tutta altezza

 I varchi motorizzati

I varchi motorizzati sono un’alternativa piuttosto elegante ai tornelli a tripode e vengono utilizzati più o meno nelle stesse applicazioni. Rispetto a questi ultimi hanno però il vantaggio di permettere una luce di passaggio più grande, rendendo il transito più facile, per l’assenza dei bracci rotanti.

In altre parole, si possono realizzare corridoi di notevole larghezza tra un varco e l’altro, consentendo quindi anche la circolazione dei disabili.

Varchi Motorizzati

Varchi motorizzati

 Le bussole antirapina

Infine, ultima ma non  ultima, ecco la bussola antirapina, l’unica struttura che garantisce con una certa affidabilità l’unicità di passaggio, grazie ai controlli effettuabili al suo interno.

Si tratta infatti di un interblocco, ovvero di due porte (sempre loro!) che si aprono in maniera alternata e mai in contemporanea, se non in caso di emergenza. La persona che vi entra si trova quindi per alcuni brevi secondi chiuso al suo interno, e sono attimi preziosi per riuscire a determinare quanti soggetti stanno transitando (uno o molti?), per identificare l’utente (vedremo meglio cosa si intende nel prossimo articolo della guida), o per effettuare controlli accessori, come quello con il metal detector o l’impronta digitale.

Bussola Antirapina

Bussola antirapina

Per contro, si possono trovare anche bussole multitransito, sempre basate sul meccanismo delle porte interbloccate, adatte per luoghi ad alto flusso di passaggio.

Tipica in Italia è l’installazione di questi dispositivi all’ingresso degli istituti bancari (è praticamente impossibile trovarne uno che ne sia sguarnito), o per dare accesso a luoghi dove è richiesta la massima sicurezza, come le sale conta e i caveau.

 

Ti è piaciuto l’articolo introduttivo sulle barriere fisiche? Vorresti che pubblicassimo degli approfondimenti su uno o più temi discussi in questo post?

Lascia un commento qui sotto allora… E alla prossima!

VAI ALL’INDICE

<< LEGGI L’ARTICOLO PRECEDENTE

LE FUNZIONI PRINCIPALI

LEGGI L’ARTICOLO SEGUENTE >>

IDENTIFICAZIONE

 

Alcune immagini sono proprietà di Saima Sicurezza S.p.A.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *