Guida introduttiva al controllo accessi, parte 2: le funzioni principali.

di | 21 Luglio 2017

Come abbiamo visto nella prima parte di questa guida, lo scopo di un sistema di controllo accessi è quello di consentire o meno, cioè di regolare, il movimento di persone (o di cose) all’interno di un sito. Questo compito di “filtro” si basa sulle seguenti funzioni principali (e sui corrispondenti mezzi per attuarle):

• Barriere fisiche d’accesso

• Identificazione del soggetto/oggetto

• Verifica delle autorizzazioni

• Sblocco (o meno) del varco

Funzioni principali

Barriere fisiche d’accesso

ElettropistoneAvere le più sofisticate tecniche di riconoscimento e di controllo serve a poco o niente se poi chiunque può entrare ovunque indisturbato, per la mancanza di una barriera che ne impedisca l’accesso.

Anche se può sembrare ovvio, non è raro imbattersi in casi dove questo aspetto è sottovalutato, se non addirittura ignorato.

Quindi, ricordatevi che occorre sempre prevedere una qualche forma di impedimento al transito, dalla semplice serratura elettrica alla ben più sicura bussola antirapina, senza il quale tutto il resto è vano.

 

Identificazione del soggetto/oggetto

L’accertamento dell’identità delle persone è una delle funzioni principali più importanti di ogni sistema di controllo accessi.
La stessa cosa vale se si parla non di persone ma di oggetti, animali,  veicoli, ecc.
Può essere svolta utilizzando:

Credenziali• Password o PIN

• Chiavi elettromeccaniche ed elettroniche

• Carte magnetiche, RFID e smart card

• Analisi delle caratteristiche biometriche

• Una combinazione dei sistemi precedenti

In sostanza, si tratta di utilizzare qualcosa che l’utente conosce (PIN e password), o che possiede (chiavi o badge), o che lo caratterizza fisicamente (biometria).

In alcuni casi, per aumentare la sicurezza, si ricorre ad una combinazione di sistemi. Basta pensare all’utilizzo congiunto di un carta magnetica e del relativo PIN, reso popolare dai pagamenti elettronici e dai Bancomat.

 

Verifica delle autorizzazioni

Dovunque ce ne sia bisogno, in strutture come centri commerciali, uffici, magazzini di stoccaggio o depositi, in edifici pubblici (ospedali, hotel, bed & breakfast, tribunali, stadi, scuole, musei, mostre, sale congressi, ecc.) o in locali e aree chiuse (come ingressi a parcheggi, CED, palestre, laboratori, ecc.), le esigenze di installazione di un sistema di controllo accessi sono quasi sempre le stesse:

  • Gestire e abilitare il movimento di persone e cose all’interno del sito controllato
  • Stabilire a CHI, DOVE E QUANDO è consentito l’accesso
  • Registrare gli eventi di transito e di altro tipo

Fondamentale è qui il concetto di autorizzazione, ovvero nel nostro caso il permesso di effettuare l’accesso. Solitamente tale consenso è legato a vari parametri, primo tra tutti l’identità del soggetto/oggetto. Il metodo principale per verificare l’autorizzazione al passaggio è quello di ricorrere alle cosiddette liste di controllo degli accessi (chiamate anche ACL, dall’inglese Access Control List), ovvero degli elenchi ordinati di regole associate ad ogni varco d’accesso, che servono per stabilire quali utenti possono accedere e a quali condizioni.

 

Sblocco (o meno) del varco

Può essere considerata l’ultima, ma non meno importante, tra le funzioni principali di un sistema di controllo accessi.

Finalmente, qualora riesca a superate tutte le “prove” cui è sottoposto, il povero utente (si fa per dire!) otterrà il meritato riconoscimento, cioé di potere transitare attraverso il varco controllato, avendone registrato il passaggio.

Si renderà quindi necessario comandare l’apertura della barriera fisica utilizzata, che il nostro sistema di controllo accessi dovrà essere in grado di gestire in maniera sicura, affinché eventuali malintenzionati non bypassino il meccanismo, garantendosi l’accesso in modo fraudolento.

Ma questa è un’altra storia, che vedremo meglio nelle successive puntate.

 

Alla prossima…

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