Progettare la Sicurezza: sistemi di controllo accessi fisico, porte di accesso

di | 21 Giugno 2018

Nel precedente articolo della serie dedicata alla progettazione abbiamo visto i vari tipi di lettori tra i quali scegliere per il nostro sistema di controllo degli accessi. Si è raccomandato di considerare non solo la tecnologia utilizzata per l’identificazione, ma anche altri aspetti legati al loro utilizzo. Hanno infatti particolare importanza l’ambiente in cui verranno installati, le dimensioni e, soprattutto, il loro grado/codice di protezione.

Abbiamo invece volutamente sorvolato su altri fattori più prettamente tecnici, come ad esempio i protocolli di comunicazione o gli standard RFID (peraltro introdotti in alcuni articoli della nostra guida al controllo accessi). Riteniamo che forse questi dettagli avrebbero confuso il lettore e che, comunque, possano essere argomenti cui vale la pena di dedicare dei post specifici.

Parliamo oggi di un altro componente fondamentale, senza il quale non sarebbe nemmeno possibile fare controllo accessi: le porte di accesso. Vengono a volte trascurate, o date per scontate, o prese in considerazione solo a giochi fatti, ma una buona progettazione dovrebbe farsene carico fin dal principio. Cercheremo quindi di illustrare qui alcuni concetti di base da tenere in considerazione, rimandando anche all’articolo sulle barriere fisiche, delle quali le porte fanno parte.

 

Tipi di serrature per le porte di accesso

Esiste una grande varietà di serrature applicabili sulle porte di accesso controllato, ognuna con una specifica applicazione. Ad ogni modo, sono tutte riconducibili a una delle seguenti categorie:

  • Serrature elettriche: dette anche elettroserrature. Sono generalmente costituite da un incontro elettrico che sostituisce la piastra di attacco nel telaio della porta (ovvero la piastra metallica in cui la porta si blocca). Questo tipo di serrature si sbloccano solo quando viene applicata l’alimentazione, per cui non sono adatte a situazioni di emergenza. Per esempio, dove sia necessario fare uscire le persone anche in mancanza della corrente elettrica, ovvero lungo le cosiddette vie di fuga.

incontro elettrico

  • Serrature elettromagnetiche: dette anche “mag” in inglese, sono abbastanza utilizzate nel controllo degli accessi. Costituite da una bobina di filo avvolta attorno a un’anima metallica, che produce un forte campo magnetico quando viene elettrificata, bloccano il telaio (sulla quale generalmente sono montate) alla porta, dotata di una contro-piastra metallica. In condizioni di blocco l’elettromagnete viene tenuto sotto tensione, mentre per sbloccare la porta l’alimentazione deve essere interrotta (il contrario del caso precedente).

  • Sistemi di sblocco integrati nella porta: in questo caso il meccanismo di blocco elettrificato è montato direttamente all’interno della porta, dal costruttore della stessa. Questa soluzione prevede spesso anche altre caratteristiche come la possibilità di segnalare lo stato di porta aperta, oppure la gestione di una richiesta di sblocco da pulsante, o altre funzionalità ancora più complesse, che variano a seconda dei modelli (vedi più avanti).

 

Altri “accessori” per le porte di accesso

Oltre all’utilizzo, ovvio, di un meccanismo di blocco elettrificato comandabile dall’esterno, le porte possono essere dotate di altri accessori che ne rendono la gestione più accurata. Vediamo quali sono i principali.

 

Contatti di segnalazione apertura

Può essere utile in molte situazioni avere conoscenza dello stato di apertura delle porte di accesso, per generare un allarme in caso di forzature. O semplicemente quando queste vengano lasciate aperte troppo a lungo, dopo una richiesta di transito.

Se ci interessa dunque questo tipo di segnalazione, ma la serratura non la fornisce, occorre prevedere il montaggio di un contatto magnetico. Si possono usare quelli comunemente utilizzati negli impianti di allarme per controllare lo stato di apertura di porte e finestre.

Ne esistono sostanzialmente due tipi:

  • incassabili nella porta e nel telaio (e perciò invisibili a porta chiusa)

contatto magnetico incasso

  • montati a superficie, quindi più facili da applicare (ma anche da individuare e manomettere)

contatto-magnetico-incasso

 

Pulsanti/sensori di richiesta uscita

Come noto, per un principio generale le vie di uscita devono sempre essere garantite per motivi di sicurezza (intesa stavolta come “safety”) delle persone. Inoltre, può presentarsi l’esigenza di controllare un varco solo in una direzione, lasciando libera circolazione nell’altro senso. In questi e in altri casi simili occorre mettere a disposizione un dispositivo di richiesta d’uscita. Tale operazione è chiamata a volte REX, o RTE, dall’inglese Request To Exit.

Si tratta essenzialmente di un meccanismo, attivabile in vario modo, che invia al sistema di controllo accessi un comando di apertura, segnalando che qualcuno sta uscendo.

La maniera più comoda per farlo è quella di installare un sensore (PIR o di altro tipo) in prossimità della porta. Ciò può però comportare delle aperture indesiderate, qualora qualcuno passi nelle vicinanze senza l’intenzione di uscire.

L’altra modalità utilizzata è quella di montare un pulsante di richiesta uscita, che andrà quindi premuto esplicitamente.

sensore REX/RTEPulsante REX/RTE

Considerazioni

Si deve comunque tenere conto che utilizzando un pulsante/sensore REX/RTE verrà effettuata un’uscita “anonima”, cioè non riconducibile a nessun utente. Questo genere di soluzione risulta quindi non adatta in situazioni dove venga richiesto di sapere quali persone siano presenti in un determinato istante e dove.

Inoltre, è necessario fare delle considerazioni nel caso in cui vengano usate delle serrature magnetiche. Per ragioni di sicurezza/safety, serve infatti un mezzo per interrompere fisicamente l’alimentazione al magnete di blocco nei momenti di emergenza. Può succedere infatti che il sistema di controllo accessi vada fuori uso e non riesca a interrompere la corrente su richiesta del sensore/pulsante. Una soluzione potrebbe essere quella di installare sia un sensore, per l’utilizzo di tutti i giorni, sia un pulsante che interrompa la corrente verso la serratura magnetica, in caso di necessità.

In circostanze particolari, o dove la legge lo disciplini espressamente, l’apparato di richiesta di uscita può essere affiancato (o sostituito) da maniglioni antipanico, o da congegni equivalenti.

 

Dispositivi all-in-one

Concludiamo l’articolo citando un tipo di dispositivo di accesso integrato, ribattezzato da noi “all-in-one”, che racchiude al suo interno tutte le funzionalità viste sopra e oltre.

In sostanza, si tratta di un prodotto che integra “tutto-in-uno”: lettore di identificazione, maniglia, serratura, segnalazione di apertura porta e meccanismo di richiesta uscita.

maniglia con tastieramaniglia biometrica

 

Ne esistono sia di tipo cablato sia wireless, con vari protocolli di comunicazione. Possono ridurre i costi di installazione, ma richiedono solitamente competenze più specialistiche e anche interventi non banali sulla porta. Per esempio può essere necessario effettuare un “carotaggio”, cioè praticare un foro per l’intera larghezza della porta, in modo da passare i cavi, quando presenti.

Inoltre, come in tutte le soluzioni “combo”, la rottura di uno solo dei vari componenti integrati può comportare la sostituzione di tutto il dispositivo, con costi di gestione del guasto ben superiori al normale.

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