Controllo accessi a Venezia.

di | 17 Maggio 2018

Controllo accessi a Venezia. Sulla Laguna sbarcano i tornelli per regolamentare la presenza dei turisti nei giorni di affluenza critica, come ad esempio è stato il ponte del 1° maggio scorso.

 

Controllo accessi a VeneziaFunzionamento

L’idea di base è semplice, e peraltro già da noi analizzata in un precedente articolo.

Il varco controllato mediante un tornello può inibire il passaggio in momenti di particolare concentramento di persone. Per indurle a trovare percorsi alternativi rispetto a quelli maggiormente battuti. Di modo da agevolare un effetto di sparpagliamento e dispersione della massa turistica in movimento verso i luoghi di interesse del centro storico.

Misura ampiamente contestata, da numerosi cittadini veneziani ad esempio, ma soprattutto dagli attivisti dei centri sociali. Che hanno parlato di “città sbarrata” da posti di blocco e ridotta a “luna park”, di “ingresso selettivo”, di “espropriazione” della città. E comunque di provvedimento inefficace a risolvere i noti problemi di eccessiva pressione turistica.

 

Risultati

Eppure, stando alle prime considerazioni in merito, i risultati deterrenti auspicati rispetto ad un “assalto” turistico sempre più incontrollato, sembrano essere stati raggiunti. I visitatori hanno spesso optato per strade alternative e secondarie, consentendo un alleggerimento di presenze in simultanea nelle zone più frequentate, quale appunto l’accesso al centro dal ponte di Calatrava.

Il tentativo legittimo di ricerca di un turismo più sostenibile per Venezia, per i suoi monumenti, per gli abitanti e per i turisti stessi, non è sicuramente da sottovalutare. Soprattutto se inserito nell’ambito della problematica ben più ampia segnalata già da tempo dall’UNESCO.

Infatti, con un flusso di circa 30 milioni di visitatori all’anno, la città lagunare rischia di essere iscritta dalla Organizzazione delle Nazioni Unite per L’Educazione, la Scienza e la Cultura tra i siti monumentali a rischio espulsione dai Patrimoni dell’Umanità.

 

Richiami UNESCO

VeneziaDa tempo ormai è stata segnalata la necessità di trovare soluzioni a medio e lungo termine per la salvaguardia di una città che si presenta come un fragilissimo museo a cielo aperto. Misure che riguardino la delicata gestione del parco monumentale e ambientale. Ma anche il traffico in laguna. Così come  la problematica del passaggio delle grandi navi da crociera nel bacino di San Marco (si veda a tal proposito il recentissimo episodio di lunedì scorso, ovvero una nave da 40.000 tonnellate di stazza in avaria davanti all’isola della Giudecca). E, assolutamente prioritario, il controllo delle sempre più numerose presenze turistiche.

Circa quest’ultimo punto, l’UNESCO ha già rivolto molteplici richiami ufficiali alla città. Ritenendola particolarmente carente in merito. Proprio in tal senso l’adozione dei tornelli si colloca come un segnale fondamentale di riflessione, attenzione e impegno nella risoluzione della tematica.

 

Gestione turistica

Peraltro ottimizzare e regolamentare l’afflusso dei visitatori non può essere interpretato solo come una banale misura di coercizione e divieto.

Il turista consapevole non può non riconoscere almeno un ulteriore vantaggio oltre a quello immediatamente percebile della salvaguardia del luogo visitato. E cioè una migliore vivibilità del sito stesso. Una fruizione meno caotica e più ordinata. Particolarmente poi all’interno di una città museo quale è Venezia. In cui la visita turistica giornaliera spesso si riassume in un rilassato e piacevole girovagare tra calli, ponti, campi e campielli.

FirenzeIn sintesi, la soluzione adottata nel capoluogo veneto il 1° maggio, seppur molto dibattuta e criticata, sta indicando una strada quasi obbligata nell’attuazione di interventi atti a migliorare la gestione turistica laddove si intendano adeguare le presenze alla capienza del territorio.

Non a caso già si parla di esportazione del modello veneziano in altri territori della Penisola. Ad esempio a Capri, in cui si stanno valutando concrete misure di riorganizzazione delle affluenze sull’isola. Forse non risolvibili nello specifico con l’adozione dei tornelli. Eppure ispirate a questo recente concreto tentativo.

E sarà nostra cura segnalare in tal senso altre applicazioni o risoluzioni adottate. Magari fin già dalla prossima estate. In cui si prevede la immancabile pacifica “invasione” turistica del nostro splendido territorio italiano.

Un pensiero su “Controllo accessi a Venezia.

  1. Barbara

    Salve.
    Senza entrare in merito agli specifici provvedimenti, concordo nel pensare che una qualche forma di controllo a tutela del patrimonio artistico e culturale italiano, che è uno dei nostri asset più importanti, doveva essere presa, e da tempo. Non solo per regolare i flussi turistici, ma anche a protezione dei beni immensi che abbiamo.
    Sono ben felice di sentire che qualcuno si sta muovendo in questa direzione.
    Teneteci aggiornati.
    Barbara

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