Controllo accessi, chiavi e arte.

di | 21 Maggio 2024

Chiave San PietroCon “controllo accessi, chiavi e arte” cominciamo una nuova serie di articoli dedicati ad argomenti un po’ insoliti legati al mondo del controllo accessi. Ogni tanto vi sottoporremo quindi qualche curiosità o aneddoto che forse non tutti conoscono. O comunque sicuramente più inconsueti ed insoliti rispetto a quelli che abitualmente pubblichiamo.

Nel breve articolo che segue ci siamo ad esempio divertiti ad esplorare la presenza di chiavi, serrature ed oggetti similari nelle rappresentazioni antiche. Quadri, affreschi, mosaici e così via.

Il concetto di controllo accessi è ovviamente associato a tecnologie moderne e sistemi di sicurezza avanzati. Tuttavia, questo tema ha radici profonde nella storia e nell’arte, evidenziando come le società del passato abbiano affrontato il bisogno di proteggere beni preziosi e limitare l’accesso a spazi riservati.

Nelle epoche passate le chiavi sono state per così dire il primissimo congegno di controllo accessi. A chiusura di porte e portoni ma anche di armadi, mobili, cofanetti, cassapanche, forzieri, ecc.

 

 Le origini del controllo accessi: chiavi e altri sistemi di chiusura

pietra a chiusuraLa presenza di tali oggetti nell’arte è speculare alla loro diffusione nella società. Facendo appunto essi parte della storia dell’evoluzione stessa dell’uomo. Del suo innato bisogno di sicurezza. Che fosse di difesa dagli animali feroci piuttosto che dagli altri gruppi di abitanti. Il concetto di controllo accessi risale insomma a tempi antichi.

Si presume infatti che fin dalla preistoria ve ne sia sentita la necessità, come dimostrerebbe la fabbricazione dei primi utensili sia difensivi che di delimitazione e sbarramento di una piccola area.

Inizialmente la sicurezza si limitava forse a qualche grande pietra a chiusura di una caverna, o a tronchi e bastoni per ostruire i pertugi. Le prime forme di sicurezza fisica erano insomma semplici muri e fossati. L’idea di un vero e proprio “blocco” è nata successivamente con le prime chiavi per chiavistello.

chiavi a RomaEsempi di chiavi, chiavistelli, lucchetti, catenacci, stanghette, ecc. sono stati prodotti fin dai tempi più remoti. In legno, bronzo, ferro o altro tipo di metallo, anche molto prezioso quale oro e argento. Nel 4000 a.C. con l’inizio della lavorazione dei metalli si passò da quelle fatte in legno con grandi denti a quelle in bronzo via via con sempre più tacche di diverse altezze. Ovvero ad una ricerca di complessità meccanica dell’oggetto legata ad una maggiore necessità di sicurezza.

Gli antichi romani utilizzarono ampiamente tali oggetti, anzi ne furono davvero dei grandissimi fruitori. Già nell’antica Roma  venivano infatti utilizzate chiavi e serrature evolute. Come dimostrano i molti reperti archeologici ritrovati in tanti siti, Pompei ed Ercolano su tutti. Serrature di vario genere e tipo e sempre più complesse, chiavi, chiavi ad anello (dette anche sigilli), lucchetti, ecc. dimostrano una grande attenzione alla difesa di ambienti e soprattutto casseforti. Insomma una cura avanzata alla sicurezza e alla protezione delle proprietà.

 

Medioevo, Rinascimento ed età moderna

ponte levatoio medievaleNel Medioevo poi la serratura si diffuse ulteriormente anche grazie alla edificazione sempre più massiva degli edifici religiosi e soprattutto delle città. Che presentavano mura di cinta imponenti e portoni di ingresso di altrettanta importanza. I castelli poi erano dotati di ponti levatoi ad inespugnabile difesa, una sorta davvero di antico sistema di controllo accessi.

chiavi prezioseInfine nel Rinascimento si propagò una visione anche artistica ed estetica della chiave accanto ai già citati utilizzi di sicurezza. Insomma da oggetto eminentemente pratico, di chiusura appunto di un ambiente o di un contenitore, si è passati nel tempo anche ad attribuire a chiavi e serrature una funzione diversa. Simbolica, estetica ed artistica, o votiva e rituale. Contribuendo allo sviluppo delle decorazioni sulla presa e sullo stelo. Ed anche, come già accennato, alla loro produzione con materiali molto più pregiati.

chiavi elettronicheDal XVI secolo in poi sono molti i progressi che si vanno definendo. Dall’invenzione della chiave che può aprire tante serrature (passepartout), alla invenzione del cilindro, alla serratura a perno, alla chiave piatta dentellata, alle serrature a combinazione, magnetiche e temporizzate. Fino ad arrivare alle soluzioni più moderne e sofisticate oggi largamente diffuse. Porte blindate, bussole antirapina, controllo accessi, App per aprire le porte a distanza, chiavi elettroniche, e così via.

 

Immagini di chiavi nell’arte

chiavi nell'arteL’immagine della chiave in particolare è estremamente diffusa nell’arte. Poiché nei paesi cattolici diventa simbolica, con il Vangelo, dei poteri che vengono affidati da Gesù a San Pietro per mezzo appunto della consegna delle chiavi del Regno dei Cieli.

Già nei mosaici di Ravenna, in epoca bizantina, San Pietro appare con la chiave in mano (Battistero Neoniano, Battistero degli Ariani, Mausoleo di Galla Placidia).

Altri casi del genere continuano ad essere diffusi in epoche e con stili anche molto diversi.

Perugino ad esempio affrescò con alcuni altri pittori la Consegna delle Chiavi a San Pietro, opera davvero famosa e fortunata degli anni ’80 del 1400, ubicata nella Cappella Sistina.

michelangeloSempre in quella cappella vi è il celebre San Pietro che riconsegna le Chiavi a Cristo, di Michelangelo. Se Perugino dunque aveva affrescato il momento in cui vengono affidate le chiavi a San Pietro, Michelangelo circa 60 anni dopo “immortala” il gesto opposto, ovvero l’apostolo che le restituisce al “legittimo proprietario”.

La chiave d’oro e d’argento tra le mani di San Pietro viene raffigurata anche da Pieter Paul Rubens nel secolo successivo (1610-1612), o dalla scuola di Murillo tra il 1650 e il 1700. Nel San Pietro in Prigione di Rembrandt, realizzato nel 1631, si raffigura San Pietro incarcerato, evidenziando la serratura della cella come simbolo di limitazione e controllo. La rappresentazione della chiave e della serratura non è ovviamente solo un dettaglio tecnico, ma assume un significato simbolico, rappresentando la lotta tra libertà e prigionia. E gli esempi potrebbero continuare numerosissimi.

Molte anche le statue con San Pietro e le chiavi. Ma non ci dilungheremo oltre in merito, essendo un panorama vastissimo anche quello delle sculture e dei bassorilievi, ed altrettanto dicasi delle vetrate.

 

Altri sistemi di chiusura

fermo portaVi sono poi capitoli di quadri ed affreschi da cui si evince l’evoluzione dei sistemi di chiusura. Per cui compare il catenaccio, la serratura, il fermo, il lucchetto (simbolo anche mariano), i portoncini rinforzati, e così via.

Nella Discesa al Limbo che si trova nel mosaico alto della facciata di San Marco a Venezia, Gesù sradica le porte, che giacciono scardinate ai suoi piedi. E lo stesso è possibile vedere nella Discesa al Limbo di Beato Angelico, custodita nel convento fiorentino di San Marco a Firenze.

Così come nella Discesa di Cristo al Limbo, decorazione musiva di ambito veneto (sec. XIX).

In tutti questi casi, Cristo ha sfondato le porte dell’inferno, che giacciono a terra rotte e circondate da una quantità di chiodi, chiavistelli, cerniere, pioli di chiusura, ecc. I dipinti ed i mosaici ci lasciano dunque presupporre come le abitazioni di epoca bizantina prima e medievali poi fossero munite inferriatadi tutti questi accorgimenti e sistemi di chiusura.

A tal proposito, per fare un esempio di una abitazione civile, nel dettaglio di Simone Martini del Bambino caduto dal terrazzo (Pala del Beato Agostino Novello) del 1324 si nota ad esempio un solido portone chiodato da cui si accedeva in casa. Ed anche una finestra con una resistente inferriata per non fare accedere i malintenzionati all’interno.

forziereNella natura morta con forziere del 1511, si osserva un forziere bombato in legno in prospettiva, con tanto di serratura e bulloni di rinforzo. Così come nella stampa del 1675 Mitelli Giuseppe Maria ci mostra la stanza dell’avaro, in cui troneggia un enorme forziere chiodato con serratura e blocco in ferro di sicurezza. Un vero e proprio caveau ante litteram.

 

Nuova prospettiva sulla storia della sicurezza e del controllo accessi

chiavi e arte e modernitàInterrompiamo qui il nostro breve  excursus, poiché gli esempi sono davvero innumerevoli e quindi forse non adatti ad una trattazione ulteriormente approfondita in questa sede. Ma ci sembrano del resto sufficienti a testimoniare appunto la presenza in quadri, affreschi, mosaici e sculture di congegni di primordiale controllo accessi. A difesa di spazi, cose e persone.

Esplorare questi dettagli ci offre una nuova prospettiva sulla storia della sicurezza e del controllo accessi, dimostrando che, sebbene le tecnologie siano cambiate, il bisogno di proteggere e regolare l’accesso è una costante nella storia umana. Questi esempi non solo arricchiscono il nostro apprezzamento per l’arte, ma ci invitano anche a riflettere su come le preoccupazioni moderne per la sicurezza abbiano radici storiche profonde.

fermo portaForse una equivalenza un poco originale la nostra. Ma sicuramente simbolica di quelli che sono stati i “precursori” degli attuali moderni sistemi di gestione degli accessi diffusi oggi. E comunque testimoni nelle varie epoche delle necessità di regolamentazione e protezione degli ambienti e di chi vi risiedeva.  In una linea di continuità, evoluzione e progresso mai interrotta.

 

immagini pixabay.com

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