Le 11 regole per una perfetta installazione di controllo accessi (prima parte).

di | 7 Febbraio 2018

11 regole per una installazione di controllo accessi

Prima di intraprendere l’installazione di un impianto di controllo accessi, leggete attentamente le 11 REGOLE qui riassunte allo scopo di aiutarvi in tale compito.

Forse non sono poche 11 regole… ma a nostro parere le troverete basilari ed essenziali al fine di ottenere un risultato esemplare nell’immediato ma soprattutto duraturo nel tempo.

Questa piccola guida potrà risultare utile specialmente quando non vi sia la possibilità di rivolgersi ad un progettista o ad un consulente del settore, cosa peraltro assai probabile in tempi in cui spesso occorre arrangiarsi da sé in tanti e vari campi del sapere.

Partiamo.

 

1. Esaminare il tipo di SOLUZIONE richiesta al controllo accessi.

Soluzione a un problemaOvvero chiediamoci subito COSA dobbiamo proteggere.

Siamo stati chiamati a tale installazione per regolare un flusso di pochi dipendenti di una azienda?

O piuttosto occorre indirizzare un considerevole movimento di turisti in un sito archeologico molto frequentato?

Dobbiamo controllare l’accesso veicolare ad una circoscritta ma ampia area tipo parcheggio pubblico?

Oppure autorizzare solo determinate selezionate persone per farle accedere in spazi molto limitati come ad esempio un cortile condominiale?

La chiarezza circa il tipo di situazione che dobbiamo andare a “risolvere” con il nostro controllo accessi sarà uno dei parametri più importanti per permetterci di focalizzare esattamente tutto il necessario per soddisfare quella specifica necessità.

Il campo di applicazione dell’impianto ci guiderà insomma quasi automaticamente a ricercare la soluzione più adatta.

 

2. Valutare il livello di RISCHIO.

RischioApplicare la nozione del livello di RISCHIO nell’ambito del controllo accessi è fondamentale.

Poiché utilizzare una tecnologia piuttosto che un’altra ci permetterà margini di sicurezza dell’impianto maggiori o minori.

Vi sono contesti in cui non ci sono particolari pericoli e la probabilità di incidenti è bassa, o comunque il danno che ne deriverebbe sarebbe trascurabile. Per cui in questo caso risulta pressoché inutile fare una installazione con dispositivi di alta sicurezza (ad esempio dispositivi biometrici).

In altri ambiti invece occorrerà magari alzare di molto il livello di attenzione, trovandosi ad esempio di fronte a siti in cui vi è un alto rischio di intrusione o invadenza (e qui sistemi quali la lettura dell’impronta o dell’iride o del volto possono aiutare molto a selezionare con maggior precisione gli accessi).

 

3. Chi saranno gli utilizzatori?

UtentiQuali saranno gli UTENTI del sistema installato?

Persone tecnologicamente emancipate?

Oppure fruitori che per la prima volta utilizzano certi tipi di dispositivi?

Tenere conto della familiarità (o meno) che avranno i “consumatori” con quanto verrà installato, ci potrà indirizzare ad esempio su controllori più o meno complessi, o su architetture di impianto più o meno evolute.

Non solo, alcune tipologie di utilizzatori (vedi i dipendenti) sono tutelati da norme e statuti, che occorre rispettare anche in questo ambito (si pensi alla privacy, la quale impedisce di utilizzare con totale libertà i sistemi che rilevano l’impronta digitale).

 

4. Analizzare le CONDIZIONI AMBIENTALI.

Condizioni ambientali rigideDOVE verrà installato l’impianto di controllo accessi?

A quali escursioni termiche ad esempio verranno sottoposti i prodotti?

Siamo vicini al mare e quindi potrebbero esserci problemi di salsedine?

Si tratta invece di un impianto da collocare completamente al chiuso?

Questa semplice analisi potrà in futuro evitare problematiche legate a fattori ambientali non ritenuti fondamentali a prima vista. Ma che in realtà possono incidere notevolmente sulla tenuta dell’impianto.

Scegliere un prodotto completamente resinato ci darà per esempio una garanzia di resistenza superiore in determinati ambienti, ma sarà del tutto superfluo in altri.

 

5. Verificare le CONDIZIONI TECNICHE.

Condizioni tecniche generaliFare un sopralluogo per analizzare le CONDIZIONI INSTALLATIVE del sito è indispensabile.

Si tratta di un nuovo cantiere per cui è possibile predisporre adeguatamente i cablaggi necessari?

É indispensabile un ponte radio perché le due sedi da controllare sono distanti e non collegate dalla rete?

Il sistema di controllo accessi deve andare ad integrarsi con altri sistemi della sicurezza precedentemente installati?

Evidenziare la opportunità di alcuni prodotti opzionali necessari all’impianto nasce in questa sede di verifica “sul campo”.

Così come la necessità di integrarsi e collegarsi ad altre tecnologie già presenti in quel determinato contesto ci indirizzerà verso la scelta di sistemi compatibili.

 

6. Individuare il PRODOTTO.

Prodotti della installazioneIn base alle analisi appena fatte possiamo procedere con una certa obiettività alla individuazione dei PRODOTTI più idonei per la nostra installazione.

La conclusione della “fase progettuale” inziale appena analizzata (punti 1-5) ci indurrà appunto quasi oggettivamente a capire l’opportunità di un dispositivo piuttosto che un altro.

I materiali della installazione non dipendono insomma da quanto ci ritroviamo a magazzino in quel momento… Piuttosto saremo indotti ad una scelta quasi obbligatoria in base all’analisi di tutti i fattori che abbiamo precedentemente raccolto e valutato.

 

Per il momento terminiamo qui questo nostro elenco di linee guida, che termineremo a breve nel prossimo articolo.

CONTINUA….

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *